Rimini | Maggiori oneri V peep , i mille e un dubbi da chiarire in commissione
Conguagli V peep, riunite adesso in consiglio comunale la prima e la quinta commissione per approfondire alcune questioni legate all’operazione di raccatto dei maggiori oneri da parte del Comune di Rimini. La convocazione dietro richiesta, da parte del consigliere comunale del Pdl Giuliana Moretti, di una commissione d’indagine per verificare la delibera attraverso cui la giunta fa valere i suoi ‘diritti’ sui cittadini. In aggiunta, anche la mozione del Pdl Nicola Marcello. “La giunta parla di proprietari ‘sotto riscatto’, a me viene da dire sotto ‘ricatto’”, attacca pesante Marcello. “Quello che non quadra in questa storia è che i calcoli dei conguagli sono stati fatti dagli uffici del senza nessun confronto con i cittadini. Cosa che non va bene pur se i tecnici avessero esaminato bene tutte le convenzioni”. Alla luce di eventuali inadempienze da parte del Comune Marcello chiede “una riduzione consistente degli importi (ammesso che i cittadini debbano pagare !)”, e spiega le ragioni.
Altra cosa non chiara riguarda i termini di scadenza. Il Comune ha inviato una lettera ai cittadini sostenendo che con la fine di agosto 2013 i pagamenti andrebbero in prescrizione. Della medesima lettera Marcello contesta l’attacco. “La lettera recapitata ai proprietari del V PEEP apre con ‘L’amministrazione è tenuta a rivolgersi a voi per il recupero di maggiori oneri di esproprio delle aree del V PEEP sulle quali sono state realizzate le vostre abitazioni…’”. “Ma anche io come consigliere – fa notare Marcello – sono parte dell’amministrazione e non mi risulta che il consiglio comunale attuale si sia espresso nel merito del recupero dei maggiori oneri del V PEEP”. Importante, secondo Marcello, “valutare opportunamente le singole convenzioni stipulate al momento della concessione, in primis quelle che paiono non soggette a vincoli ( ad esempio ex cooperativa “Gottardo”) perché credo che vi sia differenza tra avere in convenzione la clausola “salvo conguaglio”, oppure non averla”. Domande: “avere stipulato la convenzione prima degli anni ’80 oppure dopo , la sentenza ha effetto retroattivo? Può la sentenza essere applicata anche a chi aveva già stipulato ed in buona fede fatto il contratto?”.
L’amministrazione ha scelto di rivalersi sui cittadini a seguito di una sentenza per cui “ha dovuto pagare ai proprietari, che non avevano accettato le indennità d’esproprio depositate, somme aggiuntive rispetto agli importi calcolati in ottemperanza alle norme vigenti al momento dell’esproprio”. Marcello però fa notare che lo stesso atto “dice di «recuperare delle somme derivanti dai maggiori oneri di acquisizione sostenuti» ma non dice all’amministrazione di recuperare quanto le pare in soldi dai cittadini”. A pagare secondo Marcello più che i cittadini deve essere, dentro l’amministrazione, “chi fisicamente ha sottoscritto allora ai tempi dell’edilizia residenziale pubblica era persona fisica, capace di intendere e di volere e ha firmato un atto alla presenza di un notaio. Le somme vanno recuperate subito dai responsabili dell’amministrazione, semmai sia un obbligo anche per evitare un danno erariale al Comune in caso di cambiamenti di normativa”. Anche perché i cittadini hanno già “fatto sacrifici, addirittura hanno pagato tassi di interesse su i mutui contratti pari al 9%” permettendo al comune di recuperare zone paludose.
Marcello chiede infine alla giunta “di evitare le trattative private, ma di rendere noti a chi di diritto le somme che ogni proprietario deve al Comune, in quanto non vorrei che ci siano disparità di trattamento per questioni magari non note a questo Consiglio”.
Sempre nel Pdl Eraldo Giudici si domanda non solo se i crediti non siano già prescritti, ma anche se “al riguardo della quantificazione dei conguagli si sia tenuta presente la differenza che esiste fra le aree cedute in proprietà da quelle cedute in diritto di superficie, che sono patrimonio del Comune, quando è noto che il valore assegnato al diritto di superficie è al massimo il 60% del valore della piena proprietà”.
Sulle ambiguità della lettera torna anche Giuliana Moretti. “Il dubbio è che le lettere inviate interrompano i tempi di prescrizione. Infatti in nessuna viene quantificato nulla. Quale sarebbe il diritto preteso? Quali e quanti sono i soldi pretesi?”. E nulla sembra sia quantificato nemmeno nella delibera. “Ho chiesto agli uffici l’elenco di tutti i cittadini coinvolti, con i relativi importi di ognuno, sia per il recupero di maggiori oneri che per ottenere la trasformazione del diritto di superficie in diritto di piena proprietà, ma nulla! Non mi sono stati dati! Possibile che dopo 30 anni l’amministrazione comunale non sia ancora riuscita a fare i conti”.